Il commercio di cannabis diventa virale
Che il morbo del business legalizzato dell’erba in America potesse riuscire a contagiare l’intero globo lo si era intuito da tempo, ma la conferma è arrivata l’8 novembre scorso quando – in contemporanea con le elezioni presidenziali che hanno decretato il trionfo di Donald Trump – diversi Stati hanno indetto e approvato un referendum sulla legalizzazione della cannabis. Si tratta di California (sesta più grande economia al mondo), Nevada, Massachussetts e Maine che vanno ad aggiungersi a Colorado, Washington, Alaska, Oregon e Washington D.C., dove era già consentito fumare spinelli liberamente. A questi 9 Stati vanno sommati i 19 (su 50) in cui è consentito l’esclusivo uso terapeutico.
Boom che si spiegherebbe anche con il successo di pubblico ottenuto da “metodi di assunzione alternativi” come vaporizzatori, spray e prodotti alimentari. A dirsene convinto è Troy Dayton, amministratore delegato della Arcview, secondo il quale “questa è una delle ragioni principali per le quali le persone lasceranno il mercato illegale per quello legale”, perché “sono prodotti che non si possono trovare sul mercato nero”. Intervistato dalla prestigiosa rivista Business Insider, Dayton ha aggiunto che “se si guarda al mercato globale, non si è mai visto un fenomeno con una crescita così consistente per un così lungo periodo come quello dell’industria della cannabis”. #business della marijuana
Fonte: Blasting News